Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 20 giugno 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Amore romantico e legame di coppia: senso e ruolo nell’evoluzione di Homo sapiens. Fletcher e colleghi hanno condotto un complesso studio interdisciplinare per sottoporre a verifica una tesi fondata su tre proposizioni interconnesse: 1) l’amore romantico è come un dispositivo di coinvolgimento affettivo finalizzato a motivare il legame di coppia fra gli esseri umani; 2) il legame di coppia ha facilitato la storia della vita degli ominidi, aiutando a produrre il massiccio investimento richiesto per allevare i figli; 3) la gestione di legami di coppia di lunga durata, insieme con le relazioni intrafamiliari, ha facilitato l’evoluzione di intelligenza sociale e abilità di cooperazione. Gli autori dello studio hanno fornito convincenti prove per questa tesi, dimostrando che poligamia, matrimoni combinati, divorzio ed infedeltà non ne inficiano il valore [Perspect Psychol Sci. 10 (1): 20-36, 2015].

 

Il trattamento con farmaci antipsicotici nella malattia di Alzheimer aumenta il rischio di diabete mellito. Chang e colleghi hanno valutato, presso un centro di ricerca clinica sulla demenza in Corea del Sud, il rischio di sviluppare diabete mellito in adulti anziani affetti da malattia di Alzheimer in trattamento con antipsicotici, antidepressivi o sedativi ansiolitici. Solo con gli antipsicotici è stato rilevato un rischio molto elevato di sviluppare diabete; gli altri psicofarmaci non raggiungevano significatività statistica [Chang K. J., et al. Medicine (Baltimore) 94(23):e919, Jun 2015].

 

Video didattici per genitori di bambini autistici. Si sono rivelati efficaci dei video di istruzione per genitori di bambini con sintomi di disturbi dello spettro dell’autismo. L’adozione di indicazioni, suggerimenti e criteri, proposti con l’ausilio delle immagini, sembra abbia prodotto miglioramenti nello sviluppo di abilità sociali e cognitive da parte dei bambini.

 

Protegge dall’ictus ischemico un derivato del Ginkgo biloba: Ginkgolide B. Da oltre un decennio si conoscono gli effetti positivi di Ginkgo biloba (fossile vivente ed unica specie sopravvissuta delle Ginkgoaceae) su cognizione e motricità nell’Alzheimer, nel Parkinson, nell’ictus ischemico e in altre patologie, ma solo di recente sono stati studiati i meccanismi dell’azione del diterpene Ginkgolide B. In un’accurata rassegna condotta da Nabavi e colleghi, sono indicati e discussi i seguenti meccanismi che proteggono dall’ictus ischemico: aumentata espressione di sirt1; soppressione di NF-kB; inibizione delle vie PI3K/Akt e TLR4/NF-kB; iper-regolazione di eme-ossigenasi1; secrezione di eritropoietina; secrezione di proteine anti-apoptotiche; inibizione dell’espressione di proteine pro-apoptotiche; miglioramento della sintesi di NO [Nabavi S. M., et al. Curr Top Med Chem – Epub ahead of print Jun 10, 2015].

 

Superato il criterio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per la definizione del grado dei gliomi infiltranti. L’integrazione delle nuove acquisizioni in termini genomici e molecolari nel criterio di grading dell’OMS consente valutazioni prognostiche più precise e trattamenti più specifici. La stima del grado dei gliomi diffusi infiltranti (DIG) secondo l’OMS si basa su elementi istologici, ora ricercatori della Emory University School of Medicine di Atalanta, basandosi su un’ampia revisione di studi correnti, hanno proposto vari criteri molecolari che risultano clinicamente più utili ed efficaci [Ann Transl Med. 3 (7): 95, 2015].

 

La risposta sessuale umana non è originata da un set distinto e circoscritto di neuroni cerebrali, ma da una complessa rete di aree e componenti funzionali. Rosemary Basson del Dipartimento di Psichiatria della British Columbia University di Vancouver (Canada) ha recentemente proposto uno stato dell’arte basato su un’ampia rassegna di studi. La risposta sessuale umana a stimoli eccitanti è correntemente interpretata come un ciclo basato su incentivazione e motivazione, comprendente esperienze soggettive e cambiamenti fisiologici. Le immagini funzionali del cervello in corso di eccitazione sessuale hanno identificato aree di attivazione e di inibizione che riflettono la funzione di una rete complessa di componenti cognitive, emozionali, motivazionali e neurovegetative. Fattori biologici e psicologici influenzano l’apprezzamento e l’elaborazione da parte del cervello di stimoli erotici, consentendo o precludendo l’eccitazione: gli esiti sessuali o non sessuali influenzano la motivazione alla futura ricerca di intimità fisica. La variabilità non è solo funzione di differenze esistenti fra le persone, ma anche delle differenti fasi della vita di una persona legate all’età, alla salute, alla perdita del partner, ad armonia o conflitti di coppia, allo stress determinato dal lavoro o dalla sua mancanza.

Le malattie psichiatriche e neurologiche possono produrre effetti in grado di interrompere il ciclo in vari punti: 1) perdita di motivazione generale e di desiderio di vita; 2) riduzione di attenzione, inclinazione e disposizione verso la dimensione erotica e la capacità di sentire attrazione sessuale; 3) perdita delle abilità necessarie a compiere movimenti atti a stimolare ed esperire l’accoppiamento. A queste limitazioni si aggiungono i sintomi da disturbi di più frequente diagnosi e terapia sessuologica, quali i difetti di congestione vascolare dei genitali che possono ridurre anche l’attivazione dei recettori locali, disfunzioni erettili propriamente dette, ridotto turgore del clitoride e della rete di Kobelt, alterazioni dell’orgasmo.

Progressi nella diagnostica e nella terapia dei disturbi sessuali sono possibili sulla base della definizione della fase alterata che determina l’interruzione del ciclo fisiologico [Basson R., Human sexual response. Handb Clin Neurol. 2015].

Per parte nostra osserviamo che tutti questi studi, con il lodevole intento di conservare un rigore scientifico basato sulla naturalistica equivalenza fra fisiologia umana ed animale, trascurano l’importanza neurofunzionale della dimensione spirituale e religiosa della sessualità, che in molte persone definisce ordinati ed armoniosi limiti cognitivi all’espressione del desiderio fisico e non costituisce solo un ostacolo alla libera espressione dell’istinto.

Ricordiamo che negli animali, con particolare evidenza nei mammiferi, la funzione riproduttiva è strettamente controllata da cicli ormonali che limitano accoppiamento e fertilità ai periodi estrali; nella specie umana la residua fertilità ciclica della femmina non ha riscontro nel maschio, che può riprodursi in qualsiasi giorno dell’anno. In termini esclusivamente erotici, e non riproduttivi, uomini e donne possono accoppiarsi potenzialmente in qualsiasi momento. A tale potere di arbitrio corrisponde una corteccia cerebrale straordinariamente più sviluppata, una coscienza e una possibilità di agire secondo ragione e cultura, che spiegano lo sviluppo delle società fondate sull’istituto del matrimonio e non su una sessualità disordinata che non rispetta sensibilità, sentimenti e valori culturali o spirituali.

 

Le nanoparticelle possono migliorare la diagnostica e la terapia dei tumori del cervello. Le metastasi e il glioblastoma multiforme primario sono i tipi più comuni di tumori maligni del cervello, entrambi con una “mediana” di sopravvivenza minore di un anno. Varie strategie per superare l’ostacolo della barriera ematoencefalica mediante nanoparticelle da impiegarsi a scopo diagnostico e terapeutico, quali vettori di farmaci, sono state illustrate da Zhang e Zhao che, in precedenza, sono stati autori della principale rassegna in questo campo [J Biomed Nanotechnol. 10 (9): 1713-1731, Sep 2014].

 

Notule

BM&L-20 giugno 2015

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